Per una qualunque notizia, parere o informazione, su qualunque argomento e su chiunque, la risposta, oggi, è sempre la stessa: INTERNET.

Su questa pagina riporto più o meno quanto è già noto sul mio conto e qualcosa di più sui temi di interesse comune che seguo da vicino.


venerdì 31 dicembre 2010

Dimentichiamo il 2010. Buon 2011 ai Parchi italiani!


Auguriamoci davvero un buon anno per le aree protette italiane.
Un buon 2011 a tutti.
.

venerdì 24 dicembre 2010

Regalo di Natale: addio Stelvio!

Regalo di Natale per il modo dei Parchi davvero poco gradito. Il Parco Nazionale dello Stelvio viene smembrato definitivamente affidando ad ognuna delle tre province la gestione della propria fetta di territorio.

Da Parks.it: http://www.parks.it/news/dettaglio.php?id=11848
Da AIDAP: http://www.aidap.it/dettaglio.php?id=11821
Da Greenreport: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=8229
Da Eddyburg: http://eddyburg.it/article/view/16387/
Da Tiscali: http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/12/24/messner-Reinhold-stelvio.html
.

venerdì 22 ottobre 2010

venerdì 9 luglio 2010

UNIONE sui Parchi

Il messaggio di "Unione" sullo spot dell'Italia da parte del Presidente del Consiglio:

"E’ giusto e apprezzabile l’appello a far riscoprire l’Italia. E’ sacrosanto l’impegno per valorizzare l’incredibile e unico insieme di natura e cultura del nostro Paese e, ancor più, per fare in modo che ad apprezzarlo siano proprio gli Italiani.
I nostri Parchi Nazionali, i Parchi Regionali, le Aree Marine Protette conservano (conservare non vuol dire proteggere e vietare, ma avere cautela e tutelare, per usare a lungo e razionalmente le risorse) un patrimonio di Biodiversità assolutamente unico in tutto il Pianeta; paesaggi naturali di straordinaria bellezza rivelano e sono punteggiati di monumenti, villaggi, paesi, chiese, castelli che ne accrescono, con le tradizioni ad essi sottese, lo straordinario valore.
EBBENE, la gestione di questo patrimonio, che è assicurata da persone motivate, preparate, capaci di impegnarsi a fondo anche per un’idea e per una visione, che già lavorano al limite del possibile e con risorse sempre più scarse, (e che piacerebbero per il loro modo di lavorare anche al Ministro Brunetta....) sarà di fatto resa impossibile, se verranno mantenute le previsioni della riduzione al 50% dei finanziamenti ai Parchi.
Il Ministro dell’Ambiente, che ringraziamo e sosteniamo, ci risulta abbia preso posizione contro questa sciagurata ipotesi, ma l’inserimento dell’emendamento nel testo che verrà sottoposto al voto di fiducia della prossima settimana non è affatto certo e esiste il rischio che i Parchi nazionali, che COSTANO AGLI ITALIANI POCO MENO DI QUANTO COSTA UNA TAZZINA DI CAFFE’ ALL’ANNO, siano costretti a “chiudere”, e non solo metaforicamente. Si deve risparmiare? Lo sappiamo, lo facciamo tutti i giorni, abbiamo esperienza, un sacco idee e proposte al proposito."

Maurilio CIPPARONE
Protavoce di UNIONE per i Parchi e la Natura d'Italia.
.

giovedì 8 luglio 2010

Torniamo a difendere i Parchi

Ormai ci si deve rivolgere direttamente a Gianfranco Fini, presidente della Camera, cogliendo l’occasione di un premio assegnatogli a Ustica, per tentare di far sapere che in Italia trenta Aree Marine Protette sopravvivono con quello che in Francia viene stanziato per un solo Parco regionale: da Greenreport.

A livello centrale non essendo riusciti a chiudere i Parchi nei goffi tentativi degli anni scorsi, hanno deciso di affondarli. In finanziaria è previsto un taglio del 50% agli striminziti stanziamenti in favore degli Enti Parco nazionali, il che equivale a dimezzare le attività già ridotte al lumicino in gran parte dei Parchi Nazionali. La manovra è a tal punto scandalosa che persino il Ministro dell’Ambiente, facente parte dello stesso Governo è costretto a farsi sentire tramite i media per salvare il salvabile: da Il Sole 24 Ore.

Se qualcuno pensa che ci siano delle disattenzioni può stare tranquillo perchè non si tratta di sviste. Quando si pensa a posti e poltrone, infatti, spuntano assurdi emendamenti come quello in cui i Direttori dei parchi andrebbero nominati semplicemente sulla fiducia del Ministro, senza più un Albo professionale e senza più la segnalazione dei nominativi da parte di chi, gli Enti Parco, sul territori si confronta quotidianamente: da AIDAP.

In Abruzzo, la Regione dei Parchi, la regione che ha scommesso sul verde per il proprio futuro, la situazione è divenuta ridicola, zero Euro per Parchi e Riserve regionali e milioni di euro per impianti da sci, se fosse possibile ridere in un quadro così drammatico come quello delineato dagli esperti: da La Gramigna.

C’è la necessità di tornare a difendere i gioielli del nostro paese con forza. Pensavamo forse che l’Italia avesse preso la strada dei paesi che civilmente rispettano il proprio patrimonio. Le cose, invece, stanno andando diversamente da ciò che si poteva logicamente immaginare.
.

giovedì 17 giugno 2010

Atri-Cerrano nell'interesse dell'UNESCO

E' stata organizzata, per Sabato 26 giugno 2010, una giornata di lavoro a Pineto (Te) volta ad effettuare una valutazione congiunta, con tutti i portatori di interesse, della possibilità che una pianificazione unitaria dell'area denominata Atri-Cerrano possa divenire di interesse per un organismo internazionale come l'UNESCO.
Una strategia mirata alla salvaguardia delle bellezze storiche e naturalistiche dell'area che si estende tra la Riserva naturale dei Calanchi di Atri fino all'Area Marina Protetta Torre del Cerrano non potrà che andare nella direzione di uno sviluppo locale rispettoso del territorio e delle proprie risorse.
.

mercoledì 9 giugno 2010

La società civile pulisce la Riserva Borsacchio

... mentre la società incivile dorme sonni profondi! Verrebbe da dire.
Dall'8 febbraio 2005 una Riserva naturale protegge uno dei più bei tratti di costa dell'Adriatico: l'area del Borsacchio, tra Roseto degli Abruzzi e Giulianova (Te). Nei 90 giorni successivi alla pubblicazione della legge le amministrazioni locali avrebbero dovuto individuare un organo di gestione di questa Riserva Naturale.
Prima il Comune di Roseto, ora la Provincia di Teramo, sono stati capaci, in 5 anni, di non rispettare la legge e di lasciare in completo abbandono un'area per la quale la Regione aveva investito per l'avvio delle attività ben 500mila Euro.
Questa totale incapacità di voler dare seguito a quanto la legge prevede, ha portato, ad oggi, alla perdita di metà del finanziamento iniziale oltre ai cinque anni di contributo per la gestione ordinaria che, essendo nell'ordine degli 80mila euro annui, porta ad un totale complessivo di quasi un milione di euro gettati dalla finestra (meglio stendere un pietoso velo sull'utilizzo fatto degli ancora disponibili 250mila Euro).
Domani mattina, scandalizzati dallo stato di abbandono e degrado a cui la Riserva Naturale è stata lasciata, volontari, cittadini, bambini delle scuole, associazioni, insomma la società CIVILE, si rechrà unita a pulire quel meraviglioso pezzo di Italia. Alla faccia di chi dorme sonni profondi!
.

Clicka sull'immagine per maggiori dettagli o vai a: http://borsacchio.blogspot.com

sabato 22 maggio 2010

Alle Sorgenti POTABILE, alle foci NON BALNEABILE

Presentato il Dossier WWF sui fiumi. Anche la provincia di Teramo presenta il triste quadro di acque che in poco più di 40 Km
di territorio prevalentemente non industriale, si carica di inquinanti oltre le soglie della balneabilità.
.

giovedì 20 maggio 2010

Parco Nazionale Costa Teatina. Allora?

Sono trascorsi quasi 13 anni – esordisce Andrea Natale, Assessore all'Ambiente, nonchè Direttore della Riserva Regionale “Lecceta di Torino di Sangro”- da quando il Senatore Staniscia, bontà sua, pensò di inserire la Costa Teatina tra le aree di reperimento principali per costituire Parchi Nazionali nella Legge Quadro Nazionale con l’art.4, comma 3, legge n°344/97 e 9 dalla sua istituzione con la L. N°93/2001 e siamo ancora qui a cincischiare e perdere tempo”.

QUESTE LE SUE PUNTUALIZZAZIONI SUL TEMA.

Punto primo, finchè non cancellano la legge a livello nazionale l’iter del Parco si DEVE concludere, così stiamo ritardando l'applicazione di una legge dello Stato. La Regione (Giunta Pace) sollevo l'incostituzionalità e provò a bloccarne l'istituzione e la Corte Costituzionale, sentenza n.422 del 2002 gli diede torto, dicendo che la competenza è del Ministero, sentita la Regione.

Punto secondo, la perimetrazione su cui si discute è una proposta fatta al Ministero dalla Regione Abruzzo, poiché alla Regione non arrivarono le proposte dei Comuni, molti presero tempo, come fanno ora, con dei distinguo.

Punto terzo, è vero che la perimetrazione proposta sembra fatta ad hoc per farsi dire di no dai Comuni, della serie noi abbiamo risposto all'obbligo che ci chiedeva il Ministero il no facciamolo dire ai Comuni.

Punto quarto, i vincoli, qui abbiamo atteggiamenti strani che vanno dal tatticismo alla mistificazione, per arrivare a punte che sfiorano il terrorrismo psicologico, che denotano, per molti, la supponenza e la non conoscenza della materia di cui si parla. I vincoli sono collegati alla zonizzazione interna al perimetro del Parco, le zone sono, solitamente 4, e i vincoli sono diversificati a seconda di ciò che si trova dentro queste zone. La zona A, a protezione integrale è quella dove c'è quello che si deve tutelare, la biodiversità da proteggere, le Riserve e i SIC, nel nostro caso dovrebbero andare lì, la zona B, dove si dovrebbe riqualificare ed agire per ricucire, in ottica di rete ecologica, il territorio e il paesaggio, agendo anche come “cuscinetto” per proteggere le zone a forte valenza naturalistica, la zona C, dove ci sarebbe uno sviluppo “controllato” e la zona D, dove si prevedono regimi ordinari e dove le previsioni rimarrebbero quelle previste dai Piani Regolatori Generali.

L'Assessore Natale ha le idee ben chiare al riguardo: "Per avere un'idea pensiamo al Parco del Gargano, non mi sembra che lì si sia tornati “indietro al calesse e al cavallo” o che non sia possibile più neanche “aprire una finestra”, o che si sia “bloccato lo sviluppo”. Nessuno pensa, ne lo potrebbe fare, di porre gli stessi vincoli che esistono sulle Riserve alle zone dei centri abitati o delle zone industriali (vedi Val di Sangro).
Dobbiamo capire che si deve cambiare modello economico di riferimento però. Non possiamo consumare territorio, mettere al primo posto il profitto privato ed illuderci di poter continuare a crescere, continuando a far pagare i costi ambientali e sociali al pubblico. Più che di sviluppo dovremmo parlare di benessere durevole. Viviamo in un mondo finito e le risorse che abbiamo le dobbiamo gestire in modo razionale, controllato e pianificato. Il turismo che dovrebbe essere il volano della nostra economia locale e che si deve trainare l'agricoltura, l'agro-alimentare, deve avere come obiettivo la qualità e come confini la sostenibilità"
.

Uno studio commissionato 5 anni fa dalla Rete delle Riserve Regionali dimostrò che nelle Riserve gestite bene ogni euro investito ne produceva 40, un esempio per tutti la Riserva Regionale del “Lago di Penne” che tra indotto e persone che lavorano per la Riserva arriva a quasi 3.000 occupati! Come presenze turistiche i Comuni con Riserve e Parchi sono quelli che hanno registrato i maggiori trend di crescita, la BIT ed EcoTour ci confermano questi trend ogni anno.
L'Assessore aggiunge anche che "con l'ingresso dei paesi dell'Est Europa i fondi europei stanno prendendo sempre più quella strada e per noi restano destinate risorse per la sostenibilità. I territori con aree protette saranno quindi favoriti per quanto riguarda l'Europa Occidentale per attrarre finanziamenti".
Dulcis in fundo, il Parco esteso a mare bloccherebbe anche la petrolizzazione. Non si capisce quindi questa schizzofrenia del dichiararsi contro e presentare osservazioni contro la petrolizzazione e poi tentennare davanti ad una scelta che bloccherebbe l'espandersi di questo pericolo. Appare evidente che se si dice no alla petrolizzazione e si al turismo e all'agricoltura di qualità e alle fonti rinnovabili con il Patto dei Sindaci è difficile pensare che non si debba dire si anche al Parco.
I 5.000 cittadini abruzzesi riunitisi a San Vito lo scorso 18 aprile lo vogliono, su Facebook è nato un gruppo Pro Parco Nazionale che ha quasi 2.000 iscritti in solo 8 giorni.

L'Assesore precisa che "Fossacesia sta lavorando alla proposta, credo che si debba fare chiarezza sull'argometno di cui si parla e confrontarsi anche con i cittadini, le associazioni, gli imprenditori e le università, non possiamo perdere questa occasione, ognuno si prenda le proprie responsabilità e non butti fumo per depistare gli altri e continuare a perdere tempo il declino è vicino altrimenti e le scelte devono essere nette e veloci nella direzione che ci viene indicata da molte parti come quella percorribile"

Come dargli torto!

.

mercoledì 19 maggio 2010

Un maxi striscione nero di 360 mq, con la scritta “Poisoning the sea is killing the planetChi avvelena il mare uccide il pianeta” è stato srotolato oggi a Roma, sul Lungotevere all’altezza di Ponte Matteotti. Un blitz degli attivisti di Marevivo, associazione a tutela del mare, che hanno protestato, con il braccio listato a lutto, contro il disastro ambientale in Louisiana e l’indifferenza verso l’ecosistema marino.

lunedì 17 maggio 2010

Una FIRMA per la Ciclabilità

E' stata lanciata sul sito Petizioni On Line una raccolta firme per l'approvazione della proposta di Legge Regionale Abruzzo “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica” presentata nei giorni scorsi dal gruppo consiliare del Partito Democratico con la condivisione di molte altre parti politiche e la totalità delle associazioni di protezione ambientale.

Il CCiclAT-Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano, fautore della petizione, chiede a tutti i consiglieri regionali una veloce approvazione della proposta di Legge ricordando al Governatore Chiodi gli impegni presi in campagna elettorale, proprio in merito alla ciclabilità ed evidenzia come la legge sia quanto mai necessaria vista la carenza, nella legislazione regionale abruzzese, di una norma moderna che favorisca la mobilità ciclistica, una realtà presente, invece, in molte regioni italiane del centro-nord.

Un progetto di legge con un duplice obiettivo: da un lato consentire, attraverso percorsi sicuri e protetti, un reale utilizzo della ciclabilità come alternativa soprattutto al mezzo privato, dall’altro lato sviluppare in modo compiuto una politica turistica e ambientale fondata sull’uso delle due ruote e sulla riscoperta del nostro paesaggio. attraverso la creazione di una rete (interconnessa, protetta e dedicata) di itinerari ciclabili e ciclopedonali attraverso località di valore ambientale, paesaggistico, culturale e turistico anche con la creazione di una rete di punti di ristoro, alloggio e intermodalità.
Importante anche l’aspetto pianificatorio del progetto di legge: province e comuni programmeranno gli interventi in favore della ciclabilità, completando e distribuendo sul territorio l’effetto applicativo del Piano regionale.

Grazie alla legge i comuni avranno la possibilità, con il supporto degli appositi uffici mobilità ciclistica regionali e provinciali, di prevedere itinerari e piste ciclabili e ciclopedonali all’interno dei propri strumenti urbanistici e di realizzare iniziative utili alla promozione della mobilità ciclistica.
Un ruolo importante quello assegnato agli Enti locali che per primi dovranno misurarsi non solo nella promozione dell’uso della bicicletta ma anche nel favorire la creazione di “nuovi spazi” che diverranno anche un modello sostenibile di concepire lo sviluppo edilizio del territorio.

Una sfida non facile visto che i numeri sulla ciclabilità in Abruzzo non sono confortanti: il Rapporto Ecosistema urbano 2009 di Legambiente individua tra le peggiori città d’Italia per la ciclabilità (piste ciclabili ogni 100 abitanti) due capoluoghi di provincia come Teramo e L’Aquila. Un gap da colmare rispetto anche alla dimensione regionale della ciclabilità che vede l’Abruzzo molto indietro rispetto a tutte le regioni del centro-nord come Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, dove sono concentrate l’80 per cento delle piste ciclabili italiane, il 33 per cento nella sola Emilia-Romagna, mentre soltanto il 6 per cento nelle regioni meridionali (dati Legambiente rapporto "Ambiente Italia”).

CCiclAT-Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano
.

lunedì 19 aprile 2010

10milioni di Euro per un Ecomostro

Vi ricordate il progetto della cosiddetta “Mare-monti”? Quella strada devastante per la Riserva Naturale Oasi Wwf di Penne di cui si denunciò pubblicamente l'assurdità negli anni scorsi? (se vuoi vedere uno dei post che ne ha parlato, click QUI).
Oggi ha portato all'arresto di un progettista e ad oltre dieci persone indagate: notizie di stampa.
La vicenda ha avuto inizio da un esposto presentato dal direttore dell'Oasi WWF del Lago di Penne e da diverse segnalazioni che l'associazione fece pervenire agli inquirenti. In quei giorni del 2008 il cantiere della cosiddetta Mare-monti entrò, senza alcuna autorizzazione, per centinaia di metri all'interno del perimetro dell'Oasi, che è dichiarata Riserva Naturale Regionale. In breve, con un accesso agli atti, l'associazione scoprì che negli elaborati del progetto della strada depositati presso il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale della Regione il confine della Riserva risultava spostato rispetto a quello reale, tanto da far ricadere la strada al di fuori dell'area protetta.
Provate a immaginare le pressioni enormi che avrà subito l'organo di gestione della Riserva ed il Wwf, da parte di chi accusava dell'aver bloccato un'importante opera pubblica. Ad un certo punto si arrivò all'assurdo di proporre di spostare la riserva per consentire la realizzazione dei viadotti (vedi il post: click QUI)
Decine di milioni di euro per cercare di realizzare un "ecomostro" in un'Oasi WWF.

giovedì 8 aprile 2010

Finalmente l'Area Marina Protetta Torre del Cerrano

Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana di ieri, mercoledì 7 aprile 2010, è stato pubblicato il Decreto istitutivo dell’Area Marina Protetta "Torre del Cerrano", di fatto, il quarto Parco nazionale abruzzese. Questa volta però, unico caso in Abruzzo e nelle regioni limitrofe, si interessa del mare, del nostro amato mare Adriatico. L’Area Marina Protetta "Torre del Cerrano" è l’unica nel lato occidentale dell’Adriatico. Le uniche altre Amp italiane in Adriatico si trovano ai due estremi, Miramare a Trieste e Torre Guaceto nel brindisino, o in alto mare, come nel caso delle Isole Tremiti.

Era il lontano 1997, il secolo scorso, è proprio il caso di dirlo tanta è stata l’attesa, quando un piccolo gruppo di ambientalisti locali, predisposero un disegno di legge da presentare alla Camera dei Deputati con la proposta di un Parco che proteggesse l’area del Cerrano. L’approvazione da parte del parlamento arrivò subito e, con l’art.4 della legge n.344, nell’ottobre successivo, “Torre del Cerrano” entrò nell’elenco delle aree di reperimento per l’istituzione di un’Area Marina Protetta.
Ci sono voluti una dozzina di anni di lavoro intenso con gli Enti Locali che, con il passare degli anni si sono sempre più convinti della bontà dell’iniziativa. I Comuni di Pineto e Silvi hanno da principio avuto un approccio cauto e ragionato e poi, con una presa di coscienza che ha accompagnato la collettività tutta, sono arrivati ad essere i maggiori promotori dell’istituzione dell’Area Marina Protetta, con le due ultime amministrazioni addirittura premiate anche per questo coraggio nel più recente appuntamento elettorale. Due amministrazioni di differente orientamento politico, Pineto di centro-sinistra e Silvi di centro-destra che dimostrano come, se le cose si vogliono davvero fare per il bene della collettività è assolutamente inopportuno andare a trovare posizioni volutamente incompatibili.

Nel gennaio del 2008, rotti gli indugi, nella Conferenza Unificata Stato-Enti Locali i due Comuni avevano potuto portare l’approvazione del Decreto Istitutivo e, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’8 febbraio successivo, si era costituito il Consorzio di Gestione tra i due comuni interessati, Pineto e Silvi, la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo.
La pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale ha però tardato oltre ogni pur benevola comprensione per un ritardo legato alla lentezza amministrativa. La caduta del Governo Prodi e la fase di incertezza che ne è seguita, ha interrotto un processo praticamente concluso e ormai giunto alle sue ultime battute. Il decreto firmato dal precedente Ministro dell’Ambiente è stato bloccato nella sua fase di definizione degli impegni economici e la macchina burocratica ha rallentato il suo cammino.
Ma la volontà locale di far bene non ha risentito di tali ritardi.

Dal 2008, gli Studi di gestione dei Comuni, i Seminari formativi per chi dovrà confrontarsi con questa nuova realtà, i Convegni e gli incontri con le categorie interessate, il Master dell’Università di Teramo appositamente organizzato a Pineto, i Campi di Archeologia Subacquea con l’Università di Roma svoltisi alla Torre, gli eventi cinematografici in Piazza, i Campi scuola per i bambini, moltissime sono state le iniziative che si sono susseguite a Pineto e Silvi, con l’apporto di tutte le maggiori associazioni di protezione ambientale nazionali così come dell’insostituibile coinvolgimento delle associazioni locali. Tutte le iniziative hanno registrato successi ben oltre le più rosee aspettative. Torre del Cerrano è divenuto il fulcro di un sistema di aree protette che si allarga all’intero Adriatico. Con la firma della “Carta di Cerrano” da parte di ben 19 aree protette adriatiche di 5 differenti paesi ed il coinvolgimento di più di 30 strutture di ricerca e di promozione locale, si è avviato un percorso di progettazione partecipata su finanziamenti di provenienza comunitaria che vede già sul tavolo ben sei progetti europei sui vari tipi di programma che si èavuto modo di individuare. Progetti per avviare uno sviluppo sostenibile e la conservazione del patrimonio naturale in uno degli angoli più belli del nostro Abruzzo e dell’Italia intera.
Localmente si è capito la risorsa enorme che si aveva a disposizione e l’averla saputa utilizzare per aiutare uno sviluppo locale rispettoso dei luoghi è stata la migliore scelta che si poteva compiere.

I Decreti pubblicati di fatto sono due. Il primo, istitutivo dell’area protetta, è il D.M. 21 ottobre 2009 che individua l’area, definisce i termini di conservazione, affida al Consorzio costituito da comuni, provincia e regione, la gestione dell’Amp e stanzia il primo budget di risorse economiche nazionali per il funzionamento: 250.000 Euro il primo anno e 100mila l’anno per gli anni successivi. Il secondo decreto, invece, il D.M. n.218 del 28 luglio 2009 è il Regolamento delle discipline consentite in termini di salvaguardia in attesa della definizione dei disciplinari più dettagliati da parte del Consorzio di Gestione dell’Area marina protetta “Torre del Cerrano”.

I tempi ora sono stretti ed il Consorzio non può aspettare per affrontare eventuali aspetti conflittuali per cercare di trovare delle soluzioni soddisfacenti per tutti. Ciò che va meglio definito con i regolamenti di esecuzione dell’Area Marina Protetta sono le modalità di pesca consentite,i sistemi di fruizione dell’area a mare e della fascia dunale costiera, i modelli di gestione delle attività turistiche e, soprattutto, i sistemi di funzionamento dello stesso organo di gestione.
Nel momento in cui, infatti, l’organo di gestione è già stato individuato nel Consorzio formatosi tra gli Enti Locali è sufficiente individuare le forme di funzionamento, seguendo quanto previsto nello statuto, per poter non solo affrontare le problematiche gestionali che si pongono immediatamente ma, anche soprattutto, per continuare con quell’intenso lavoro di promozione e valorizzazione che ha già portato risultati eccellenti.

.

venerdì 2 aprile 2010

Pasquetta in bici ovunque!

Bici gratis il prossimo 5 aprile, Lunedì di Pasqua, su tutti i treni regionali e interregionali di Trenitalia che effettuano il servizio di trasporto biciclette al seguito. Un’iniziativa promossa da una decina d'anni da Trenitalia e dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (Fiab), a favore della mobilità eco-sostenibile. Un contributo al decongestionamento di strade e autostrade, proprio in un giorno "di punta" del traffico automobilistico.
Si prevede che il giorno di Pasquetta saranno circa 6.000 le persone che utilizzeranno il servizio treno+bici. Acquistando il biglietto per il solo viaggiatore si potrà salire su tutti i treni regionali contrassegnati dall´apposito simbolo della bici e aderire alle tante escursioni, organizzate dalla Fiab, sui percorsi ciclo-turistici meno battuti dai flussi di massa.
.
Per informazioni sull'iniziativa: www.ferroviedellostato.it o www.fiab-onlus.it.
.
Lello Sforza
Ufficio Stampa FIAB onlus (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
.

mercoledì 17 marzo 2010

sabato 27 febbraio 2010

Giulianova, Pineto e S. Benedetto in CIVITAS

Le città CIVITAS a cui si sono unite Giulianova, Pineto e San Benedetto
.
Tre comuni della costa adriatica uniti in una iniziativa europea con l'obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile basata sull'uso della bicicletta.
Le tre amministrazioni hanno aderito al Forum CIVITAS sottoscrivendo l'apposita dichiarazione di intenti dopo aver approvato nelle rispettive Giunte comunali il testo di riferimento.
San Benedetto del Tronto, Giulianova e Pineto entrano a far parte di una rete di più di 60 città europee che condividono le politiche di sviluppo di una mobilità sostenibile basata sull'uso della bicicletta
Il dialogo tra le amministrazioni è stato promosso dal Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CCiclAT) che ha fornito, nel contempo, anche il supporto tecnico per la prima progettazione congiunta che è stata ultimata e presentata sul programma finanziamento di fondi Europei Civitas denominato CATALIST.
È stata questa l'occasione per mettere a punto un modello di progettazione partecipata tra amministrazioni pubbliche e associazioni, un esempio replicabile anche da parte degli altri comuni della costa adriatica e dell'entroterra.
.
La mobilità sostenibile lungo la costa adriatica ha un unico, significativo denominatore: la Ciclabile Adriatica, il ramo n. 6 della rete nazionale BicItalia (http://www.bicitalia.org/).
Per concretizzare la necessaria continuità di questo percorso lungo oltre 1000 km, dall'Emilia Romagna alla Puglia, nel nostro territorio devono ancora essere realizzati alcuni interventi per il superamento dei fiumi Tronto e Vomano, della Riserva Naturale del Borsacchio, dell'area di Torre Cerrano, e della zona Piomba-Saline.
Il progetto presentato nel programma CATALIST si focalizza sulla promozione della mobilità sostenibile per mezzo di incontri tematici (workshop), della stampa (cartacea e siti web), di attività con le scuole. Altro filone è quello della progettazione condivisa con cittadini, commercianti, imprenditori turistici, amministratori; numerosi sono gli esempi di città europee nelle quali la mobilità sostenibile ha portato una serie di benefici che comunemente si tende a disconoscere.
.
La speranza è ora riposta sull'ottenimento del finanziamento per questo primo progetto così da avviare un effetto moltiplicatore sul territorio che porti anche altre amministrazioni sulla stessa pista ... ovviamente ciclabile!.
.
.

venerdì 19 febbraio 2010

Le Aree Marine Protette italiane condannate a morte

La foto mostra qual è stata la partecipazione alla Conferenza
.
Le Aree Marine Protette italiane non esistono più, non hanno fondi, non sono rappresentate da nessuno. Abbandonate a se stesse innanzitutto dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare (mai termine si è dimostrato più inappropriato).
A Bari nel corso di “Mediterre” ( l’annuale incontro del mondo dei parchi) si è tenuta nel pomeriggio del 29 u.s. la prevista e pubblicizzata Conferenza Nazionale sulle aree Marine. Il titolo della conferenza era eloquente: “Le Aree Marine Protette tra rischi di sopravvivenza e ipotesi di riforma”. Alla Conferenza Presieduta Da Sebastiano ROMANO (presidente dell’area marina di Siracusa). hanno relazionato il Senatore Antonio D'ALI'(Presidente della Commissione Ambiente del Senato) ed il Senatore Roberto DELLA SETA(PD, membro Commissione Ambiente ) nonché Il Presidente di Federparchi Giampiero SAMMURI, il Vicepresidente dell’associazione Legambiente ed un rappresentante delle Aree Marine Protette iscritte a Federparchi.
Un’occasione straordinaria per discutere con tutti i portatori d’interesse i gravi problemi del settore. Un’occasione clamorosamente fallita poiché:
.
• Le Riserve Marine italiane erano assenti, n’erano presenti sette su ventisei mancavano 19 aree marine.
• Il Ministero dell’ambiente era assente pur essendo previsto dal programma l’intervento del Direttore Generale del Servizio Conservazione Natura.
• Il WWF e l’associazione “Marevivo” erano assenti pur essendo previsto l’intervento di rappresentanti. Quanto sopra significa che le associazioni che hanno organizzato l’evento, Federparchi e Legambiente, non sono in alcun modo rappresentative del sistema nazionale delle aree marine protette.


In ogni caso dalle relazioni degli oratori è emerso che:

1- Le Aree Marine Protette Italiane dieci anni fa erano dodici e ricevevano dallo Stato un contributo equivalente a nove milioni di euro, oggi sono venticinque e ricevono un contributo di quattro milioni di euro.
2- Vi è una confusione normativa e amministrativa tale che non rendere possibile né la gestione dei territori demaniali né l’amministrazione delle aree.
3- Il divieto di avere personale, di fatto, paralizza ogni attività, comprese le iniziative economiche e la possibilità dell’applicazione di sanzioni per chi non osserva i vincoli di tutela.
4- La recente legge sullo scioglimento dei consorzi pubblici è il colpo di grazia per un sistema già al collasso.


Il Senatore D’Alì ha comunicato con enfasi l’unica cosa positiva che oggi riguarda le Aree Marine Italiane, il disegno di legge approvato dalla Commissione Ambiente del Senato per agevolare il diportismo nautico. Una Legge che permette il posizionamento di campi boe che consentiranno alle grandi barche da diporto (fino a cento metri di lunghezza) l’ingresso nei territori protetti.

Desta incredulità sapere che tutte le riserve marine italiane ricevono solo quattro milioni d’euro l’anno e nel contempo scoprire che vi è al Ministero una richiesta di finanziamento da parte di “privati”di 30 milioni di euro (di cui uno già erogato per un progetto sperimentale) per istallare campi boe nelle Aree Marine Protette. Come dipartimento ambiente IDV insieme al Senatore Caforio (già presentatore di un’interrogazione parlamentare) ci siamo attivati affinché “Italia dei Valori” offra ai rappresentanti delle Aree Marine Italiane ogni possibile aiuto dando la disponibilità di tutta la sua rappresentanza istituzionale dal livello locale a quello nazionale e Parlamentare. Auspichiamo anche che le Aree marine d’ora innanzi facciano riferimento esclusivamente all’ANCI ed all’UPI uniche entità peraltro istituzionali che possono in questa disastrosa situazione rappresentarle con efficacia.

Elio LANZILLOTTI
Tratto dal Sito di Italia dei Valori - Puglia.
.

domenica 7 febbraio 2010

Il Governo contro l'Abruzzo verde

Mappa delle concessioni di ricerca rilasciate a Società Petrolifere in Abruzzo

Il Presidente Chiodi dopo due anni di pressing da parte di cittadini e associazioni, sul filo di lana, e anche se in maniera un pò scalcagnata, sembrava, comunque, ce l'avesse fatta a tener fede all'impegno assunto in campagna elettorale di salvaguardare l'Abruzzo dall'assalto dei petrolieri. Prima della fine dell'anno si era riusciti a far approvare la legge cosiddetta "blocca petrolio", anche se non era un vero e proprio stop a tutte le possibilità.
Ma il Governo centrale, notizia di oggi, dopo aver svenduto negli anni scorsi l'Abruzzo verde alle Società petrolifere di tutto il mondo, ha visto bene di perseverare nella sua campagna di demolizione della "Regione dei Parchi" ed ha impugnato la legge regionale di fronte alla Corte Costituzionale.
Sono previste escavazioni di ricerca ed estrazione in quasi tutte le aree protette abruzzesi, compresi i Parchi Nazionali della Majella e del Gran Sasso e Monti della Laga, le maggiori Riserve Naturali comprese quelle del Borsacchio e dei Calanchi di Atri, persino in mare in prossimità dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano e lungo tutta la costa dei Trabocchi, che forse proprio per tali beceri interessi, non è ancora potuto divenire un vero e proprio Parco Nazionale, come previsto per la Costa Teatina da oltre dieci anni nella Legge quadro sulle aree protette: legge 394/91.
Sbagliare è umano ... perseverare è diabolico!
.

venerdì 29 gennaio 2010

Il mondo va in bici ..... e noi?

Iniziò a parlare dell'importanza dell'uso della bicicletta per la mobilità del mondo moderno Ivan Illich, famoso antopologo francese che nel suo Energie et Equité del 1973 già faceva un importante Elogio della Bicicletta.
Oggi le iniziative volte all'uso delle due ruote per la mobilità quotidiana sono innumerevoli in tutto il mondo, da Londra a Pechino, in Italia a Torino e Milano ... e da noi?
Un attivissimo gruppo di appassionati, che coordina più di 40 associazioni con il nome di CCiclAT-Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano, si muove da tempo per ottenere ascolto da parte degli amministratori.
Ad oggi dopo una decina di Convegni ed una dozzina di biciclettate in tutta la provincia con il coinvolgimento delle scuole e delle amministrazioni locali, tante promesse, tanti sorrisi e zero azioni.
La speranza, però, è sempre l'ultima a morire!.
.

martedì 19 gennaio 2010

Un mostro minaccia la Costa dei Trabocchi

Non è un cartone animato ma il progetto di un mostro dal nome Ombrina Mare 2, di proprietà della Medoil Gas, che minaccia uno degli angoli più belli della costa abruzzese tra Punta Cavalluccio e San Vito Chietino, la mervigliosa Costa dei Trabocchi. Si tratta di una enorme piattaforma petrolifera che sarà posizionata a pochi chilometri dalle spiagge. Oltre alla piattaforma principale sono previsti altri 4/6 pozzi in funzione dei risultati minerari ottenuti. La durata del progetto è di 24 anni. Mobilitiamoci per fermarli:
Unisciti al Comitato per scrivere al Ministero. Clikca qui.
.

lunedì 18 gennaio 2010

L'autrice di "No Logo" parla di ...

domenica 17 gennaio 2010

L'Adriatico muore nell'indifferenza dei più

La morte di Balene e Delfini in Adriatico sono percepiti dalla gente comune come un qualcosa di ineliminabile. Un prezzo che dobbiamo pagare punto e basta!
Nessuno capisce, o fa finta di non capire, che 8 Capodogli al Gargano ed un Tursiope a Silvi in meno di un mese sono un prezzo TROPPO ALTO!!!!!
L'Adriatico è piccolo, chiuso e con bassi fondali. La morte dei mammiferi in cima alla catena alimentare sta a significare la lenta agonia di un mare su cui si regge, per chi non crede in un etica di rispetto della natura, anche molto del nostro sistema economico nazionale, regionale e costiero.


Un delfino lungo 3 metri e 20 centimetri è spiaggiato nella tardo pomeriggio di ieri sulla riva di Silvi Marina, nella zona dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Il cetaceo presentava una vasta ferita alla testa causata molto probabilmente da una rete lasciata in mare. Sul posto è intervenuta prontamente l’Ufficio Locale Marittimo di Silvi che ha constatato il decesso che risultava essere morto pochi istanti prima. Era un esemplare di Delfino – Tursiope, di sesso femminile, avente lunghezza di oltre 3 metri e 20 centimetri e con un peso stimato di 250 chilogrammi. Lo spiaggiamento dei delfini sulla costa teramana è purtroppo un fenomeno frequente, prevalentemente però durante la bella stagione, quando gli animali cercando zone di corrente calda, si spingono troppo sotto costa.


.