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domenica 7 febbraio 2010

Il Governo contro l'Abruzzo verde

Mappa delle concessioni di ricerca rilasciate a Società Petrolifere in Abruzzo

Il Presidente Chiodi dopo due anni di pressing da parte di cittadini e associazioni, sul filo di lana, e anche se in maniera un pò scalcagnata, sembrava, comunque, ce l'avesse fatta a tener fede all'impegno assunto in campagna elettorale di salvaguardare l'Abruzzo dall'assalto dei petrolieri. Prima della fine dell'anno si era riusciti a far approvare la legge cosiddetta "blocca petrolio", anche se non era un vero e proprio stop a tutte le possibilità.
Ma il Governo centrale, notizia di oggi, dopo aver svenduto negli anni scorsi l'Abruzzo verde alle Società petrolifere di tutto il mondo, ha visto bene di perseverare nella sua campagna di demolizione della "Regione dei Parchi" ed ha impugnato la legge regionale di fronte alla Corte Costituzionale.
Sono previste escavazioni di ricerca ed estrazione in quasi tutte le aree protette abruzzesi, compresi i Parchi Nazionali della Majella e del Gran Sasso e Monti della Laga, le maggiori Riserve Naturali comprese quelle del Borsacchio e dei Calanchi di Atri, persino in mare in prossimità dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano e lungo tutta la costa dei Trabocchi, che forse proprio per tali beceri interessi, non è ancora potuto divenire un vero e proprio Parco Nazionale, come previsto per la Costa Teatina da oltre dieci anni nella Legge quadro sulle aree protette: legge 394/91.
Sbagliare è umano ... perseverare è diabolico!
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