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Su questa pagina riporto più o meno quanto è già noto sul mio conto e qualcosa di più sui temi di interesse comune che seguo da vicino.


sabato 22 maggio 2010

Alle Sorgenti POTABILE, alle foci NON BALNEABILE

Presentato il Dossier WWF sui fiumi. Anche la provincia di Teramo presenta il triste quadro di acque che in poco più di 40 Km
di territorio prevalentemente non industriale, si carica di inquinanti oltre le soglie della balneabilità.
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giovedì 20 maggio 2010

Parco Nazionale Costa Teatina. Allora?

Sono trascorsi quasi 13 anni – esordisce Andrea Natale, Assessore all'Ambiente, nonchè Direttore della Riserva Regionale “Lecceta di Torino di Sangro”- da quando il Senatore Staniscia, bontà sua, pensò di inserire la Costa Teatina tra le aree di reperimento principali per costituire Parchi Nazionali nella Legge Quadro Nazionale con l’art.4, comma 3, legge n°344/97 e 9 dalla sua istituzione con la L. N°93/2001 e siamo ancora qui a cincischiare e perdere tempo”.

QUESTE LE SUE PUNTUALIZZAZIONI SUL TEMA.

Punto primo, finchè non cancellano la legge a livello nazionale l’iter del Parco si DEVE concludere, così stiamo ritardando l'applicazione di una legge dello Stato. La Regione (Giunta Pace) sollevo l'incostituzionalità e provò a bloccarne l'istituzione e la Corte Costituzionale, sentenza n.422 del 2002 gli diede torto, dicendo che la competenza è del Ministero, sentita la Regione.

Punto secondo, la perimetrazione su cui si discute è una proposta fatta al Ministero dalla Regione Abruzzo, poiché alla Regione non arrivarono le proposte dei Comuni, molti presero tempo, come fanno ora, con dei distinguo.

Punto terzo, è vero che la perimetrazione proposta sembra fatta ad hoc per farsi dire di no dai Comuni, della serie noi abbiamo risposto all'obbligo che ci chiedeva il Ministero il no facciamolo dire ai Comuni.

Punto quarto, i vincoli, qui abbiamo atteggiamenti strani che vanno dal tatticismo alla mistificazione, per arrivare a punte che sfiorano il terrorrismo psicologico, che denotano, per molti, la supponenza e la non conoscenza della materia di cui si parla. I vincoli sono collegati alla zonizzazione interna al perimetro del Parco, le zone sono, solitamente 4, e i vincoli sono diversificati a seconda di ciò che si trova dentro queste zone. La zona A, a protezione integrale è quella dove c'è quello che si deve tutelare, la biodiversità da proteggere, le Riserve e i SIC, nel nostro caso dovrebbero andare lì, la zona B, dove si dovrebbe riqualificare ed agire per ricucire, in ottica di rete ecologica, il territorio e il paesaggio, agendo anche come “cuscinetto” per proteggere le zone a forte valenza naturalistica, la zona C, dove ci sarebbe uno sviluppo “controllato” e la zona D, dove si prevedono regimi ordinari e dove le previsioni rimarrebbero quelle previste dai Piani Regolatori Generali.

L'Assessore Natale ha le idee ben chiare al riguardo: "Per avere un'idea pensiamo al Parco del Gargano, non mi sembra che lì si sia tornati “indietro al calesse e al cavallo” o che non sia possibile più neanche “aprire una finestra”, o che si sia “bloccato lo sviluppo”. Nessuno pensa, ne lo potrebbe fare, di porre gli stessi vincoli che esistono sulle Riserve alle zone dei centri abitati o delle zone industriali (vedi Val di Sangro).
Dobbiamo capire che si deve cambiare modello economico di riferimento però. Non possiamo consumare territorio, mettere al primo posto il profitto privato ed illuderci di poter continuare a crescere, continuando a far pagare i costi ambientali e sociali al pubblico. Più che di sviluppo dovremmo parlare di benessere durevole. Viviamo in un mondo finito e le risorse che abbiamo le dobbiamo gestire in modo razionale, controllato e pianificato. Il turismo che dovrebbe essere il volano della nostra economia locale e che si deve trainare l'agricoltura, l'agro-alimentare, deve avere come obiettivo la qualità e come confini la sostenibilità"
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Uno studio commissionato 5 anni fa dalla Rete delle Riserve Regionali dimostrò che nelle Riserve gestite bene ogni euro investito ne produceva 40, un esempio per tutti la Riserva Regionale del “Lago di Penne” che tra indotto e persone che lavorano per la Riserva arriva a quasi 3.000 occupati! Come presenze turistiche i Comuni con Riserve e Parchi sono quelli che hanno registrato i maggiori trend di crescita, la BIT ed EcoTour ci confermano questi trend ogni anno.
L'Assessore aggiunge anche che "con l'ingresso dei paesi dell'Est Europa i fondi europei stanno prendendo sempre più quella strada e per noi restano destinate risorse per la sostenibilità. I territori con aree protette saranno quindi favoriti per quanto riguarda l'Europa Occidentale per attrarre finanziamenti".
Dulcis in fundo, il Parco esteso a mare bloccherebbe anche la petrolizzazione. Non si capisce quindi questa schizzofrenia del dichiararsi contro e presentare osservazioni contro la petrolizzazione e poi tentennare davanti ad una scelta che bloccherebbe l'espandersi di questo pericolo. Appare evidente che se si dice no alla petrolizzazione e si al turismo e all'agricoltura di qualità e alle fonti rinnovabili con il Patto dei Sindaci è difficile pensare che non si debba dire si anche al Parco.
I 5.000 cittadini abruzzesi riunitisi a San Vito lo scorso 18 aprile lo vogliono, su Facebook è nato un gruppo Pro Parco Nazionale che ha quasi 2.000 iscritti in solo 8 giorni.

L'Assesore precisa che "Fossacesia sta lavorando alla proposta, credo che si debba fare chiarezza sull'argometno di cui si parla e confrontarsi anche con i cittadini, le associazioni, gli imprenditori e le università, non possiamo perdere questa occasione, ognuno si prenda le proprie responsabilità e non butti fumo per depistare gli altri e continuare a perdere tempo il declino è vicino altrimenti e le scelte devono essere nette e veloci nella direzione che ci viene indicata da molte parti come quella percorribile"

Come dargli torto!

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mercoledì 19 maggio 2010

Un maxi striscione nero di 360 mq, con la scritta “Poisoning the sea is killing the planetChi avvelena il mare uccide il pianeta” è stato srotolato oggi a Roma, sul Lungotevere all’altezza di Ponte Matteotti. Un blitz degli attivisti di Marevivo, associazione a tutela del mare, che hanno protestato, con il braccio listato a lutto, contro il disastro ambientale in Louisiana e l’indifferenza verso l’ecosistema marino.

lunedì 17 maggio 2010

Una FIRMA per la Ciclabilità

E' stata lanciata sul sito Petizioni On Line una raccolta firme per l'approvazione della proposta di Legge Regionale Abruzzo “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica” presentata nei giorni scorsi dal gruppo consiliare del Partito Democratico con la condivisione di molte altre parti politiche e la totalità delle associazioni di protezione ambientale.

Il CCiclAT-Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano, fautore della petizione, chiede a tutti i consiglieri regionali una veloce approvazione della proposta di Legge ricordando al Governatore Chiodi gli impegni presi in campagna elettorale, proprio in merito alla ciclabilità ed evidenzia come la legge sia quanto mai necessaria vista la carenza, nella legislazione regionale abruzzese, di una norma moderna che favorisca la mobilità ciclistica, una realtà presente, invece, in molte regioni italiane del centro-nord.

Un progetto di legge con un duplice obiettivo: da un lato consentire, attraverso percorsi sicuri e protetti, un reale utilizzo della ciclabilità come alternativa soprattutto al mezzo privato, dall’altro lato sviluppare in modo compiuto una politica turistica e ambientale fondata sull’uso delle due ruote e sulla riscoperta del nostro paesaggio. attraverso la creazione di una rete (interconnessa, protetta e dedicata) di itinerari ciclabili e ciclopedonali attraverso località di valore ambientale, paesaggistico, culturale e turistico anche con la creazione di una rete di punti di ristoro, alloggio e intermodalità.
Importante anche l’aspetto pianificatorio del progetto di legge: province e comuni programmeranno gli interventi in favore della ciclabilità, completando e distribuendo sul territorio l’effetto applicativo del Piano regionale.

Grazie alla legge i comuni avranno la possibilità, con il supporto degli appositi uffici mobilità ciclistica regionali e provinciali, di prevedere itinerari e piste ciclabili e ciclopedonali all’interno dei propri strumenti urbanistici e di realizzare iniziative utili alla promozione della mobilità ciclistica.
Un ruolo importante quello assegnato agli Enti locali che per primi dovranno misurarsi non solo nella promozione dell’uso della bicicletta ma anche nel favorire la creazione di “nuovi spazi” che diverranno anche un modello sostenibile di concepire lo sviluppo edilizio del territorio.

Una sfida non facile visto che i numeri sulla ciclabilità in Abruzzo non sono confortanti: il Rapporto Ecosistema urbano 2009 di Legambiente individua tra le peggiori città d’Italia per la ciclabilità (piste ciclabili ogni 100 abitanti) due capoluoghi di provincia come Teramo e L’Aquila. Un gap da colmare rispetto anche alla dimensione regionale della ciclabilità che vede l’Abruzzo molto indietro rispetto a tutte le regioni del centro-nord come Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, dove sono concentrate l’80 per cento delle piste ciclabili italiane, il 33 per cento nella sola Emilia-Romagna, mentre soltanto il 6 per cento nelle regioni meridionali (dati Legambiente rapporto "Ambiente Italia”).

CCiclAT-Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano
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