Per una qualunque notizia, parere o informazione, su qualunque argomento e su chiunque, la risposta, oggi, è sempre la stessa: INTERNET.

Su questa pagina riporto più o meno quanto è già noto sul mio conto e qualcosa di più sui temi di interesse comune che seguo da vicino.


sabato 27 febbraio 2010

Giulianova, Pineto e S. Benedetto in CIVITAS

Le città CIVITAS a cui si sono unite Giulianova, Pineto e San Benedetto
.
Tre comuni della costa adriatica uniti in una iniziativa europea con l'obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile basata sull'uso della bicicletta.
Le tre amministrazioni hanno aderito al Forum CIVITAS sottoscrivendo l'apposita dichiarazione di intenti dopo aver approvato nelle rispettive Giunte comunali il testo di riferimento.
San Benedetto del Tronto, Giulianova e Pineto entrano a far parte di una rete di più di 60 città europee che condividono le politiche di sviluppo di una mobilità sostenibile basata sull'uso della bicicletta
Il dialogo tra le amministrazioni è stato promosso dal Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano (CCiclAT) che ha fornito, nel contempo, anche il supporto tecnico per la prima progettazione congiunta che è stata ultimata e presentata sul programma finanziamento di fondi Europei Civitas denominato CATALIST.
È stata questa l'occasione per mettere a punto un modello di progettazione partecipata tra amministrazioni pubbliche e associazioni, un esempio replicabile anche da parte degli altri comuni della costa adriatica e dell'entroterra.
.
La mobilità sostenibile lungo la costa adriatica ha un unico, significativo denominatore: la Ciclabile Adriatica, il ramo n. 6 della rete nazionale BicItalia (http://www.bicitalia.org/).
Per concretizzare la necessaria continuità di questo percorso lungo oltre 1000 km, dall'Emilia Romagna alla Puglia, nel nostro territorio devono ancora essere realizzati alcuni interventi per il superamento dei fiumi Tronto e Vomano, della Riserva Naturale del Borsacchio, dell'area di Torre Cerrano, e della zona Piomba-Saline.
Il progetto presentato nel programma CATALIST si focalizza sulla promozione della mobilità sostenibile per mezzo di incontri tematici (workshop), della stampa (cartacea e siti web), di attività con le scuole. Altro filone è quello della progettazione condivisa con cittadini, commercianti, imprenditori turistici, amministratori; numerosi sono gli esempi di città europee nelle quali la mobilità sostenibile ha portato una serie di benefici che comunemente si tende a disconoscere.
.
La speranza è ora riposta sull'ottenimento del finanziamento per questo primo progetto così da avviare un effetto moltiplicatore sul territorio che porti anche altre amministrazioni sulla stessa pista ... ovviamente ciclabile!.
.
.

venerdì 19 febbraio 2010

Le Aree Marine Protette italiane condannate a morte

La foto mostra qual è stata la partecipazione alla Conferenza
.
Le Aree Marine Protette italiane non esistono più, non hanno fondi, non sono rappresentate da nessuno. Abbandonate a se stesse innanzitutto dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare (mai termine si è dimostrato più inappropriato).
A Bari nel corso di “Mediterre” ( l’annuale incontro del mondo dei parchi) si è tenuta nel pomeriggio del 29 u.s. la prevista e pubblicizzata Conferenza Nazionale sulle aree Marine. Il titolo della conferenza era eloquente: “Le Aree Marine Protette tra rischi di sopravvivenza e ipotesi di riforma”. Alla Conferenza Presieduta Da Sebastiano ROMANO (presidente dell’area marina di Siracusa). hanno relazionato il Senatore Antonio D'ALI'(Presidente della Commissione Ambiente del Senato) ed il Senatore Roberto DELLA SETA(PD, membro Commissione Ambiente ) nonché Il Presidente di Federparchi Giampiero SAMMURI, il Vicepresidente dell’associazione Legambiente ed un rappresentante delle Aree Marine Protette iscritte a Federparchi.
Un’occasione straordinaria per discutere con tutti i portatori d’interesse i gravi problemi del settore. Un’occasione clamorosamente fallita poiché:
.
• Le Riserve Marine italiane erano assenti, n’erano presenti sette su ventisei mancavano 19 aree marine.
• Il Ministero dell’ambiente era assente pur essendo previsto dal programma l’intervento del Direttore Generale del Servizio Conservazione Natura.
• Il WWF e l’associazione “Marevivo” erano assenti pur essendo previsto l’intervento di rappresentanti. Quanto sopra significa che le associazioni che hanno organizzato l’evento, Federparchi e Legambiente, non sono in alcun modo rappresentative del sistema nazionale delle aree marine protette.


In ogni caso dalle relazioni degli oratori è emerso che:

1- Le Aree Marine Protette Italiane dieci anni fa erano dodici e ricevevano dallo Stato un contributo equivalente a nove milioni di euro, oggi sono venticinque e ricevono un contributo di quattro milioni di euro.
2- Vi è una confusione normativa e amministrativa tale che non rendere possibile né la gestione dei territori demaniali né l’amministrazione delle aree.
3- Il divieto di avere personale, di fatto, paralizza ogni attività, comprese le iniziative economiche e la possibilità dell’applicazione di sanzioni per chi non osserva i vincoli di tutela.
4- La recente legge sullo scioglimento dei consorzi pubblici è il colpo di grazia per un sistema già al collasso.


Il Senatore D’Alì ha comunicato con enfasi l’unica cosa positiva che oggi riguarda le Aree Marine Italiane, il disegno di legge approvato dalla Commissione Ambiente del Senato per agevolare il diportismo nautico. Una Legge che permette il posizionamento di campi boe che consentiranno alle grandi barche da diporto (fino a cento metri di lunghezza) l’ingresso nei territori protetti.

Desta incredulità sapere che tutte le riserve marine italiane ricevono solo quattro milioni d’euro l’anno e nel contempo scoprire che vi è al Ministero una richiesta di finanziamento da parte di “privati”di 30 milioni di euro (di cui uno già erogato per un progetto sperimentale) per istallare campi boe nelle Aree Marine Protette. Come dipartimento ambiente IDV insieme al Senatore Caforio (già presentatore di un’interrogazione parlamentare) ci siamo attivati affinché “Italia dei Valori” offra ai rappresentanti delle Aree Marine Italiane ogni possibile aiuto dando la disponibilità di tutta la sua rappresentanza istituzionale dal livello locale a quello nazionale e Parlamentare. Auspichiamo anche che le Aree marine d’ora innanzi facciano riferimento esclusivamente all’ANCI ed all’UPI uniche entità peraltro istituzionali che possono in questa disastrosa situazione rappresentarle con efficacia.

Elio LANZILLOTTI
Tratto dal Sito di Italia dei Valori - Puglia.
.

domenica 7 febbraio 2010

Il Governo contro l'Abruzzo verde

Mappa delle concessioni di ricerca rilasciate a Società Petrolifere in Abruzzo

Il Presidente Chiodi dopo due anni di pressing da parte di cittadini e associazioni, sul filo di lana, e anche se in maniera un pò scalcagnata, sembrava, comunque, ce l'avesse fatta a tener fede all'impegno assunto in campagna elettorale di salvaguardare l'Abruzzo dall'assalto dei petrolieri. Prima della fine dell'anno si era riusciti a far approvare la legge cosiddetta "blocca petrolio", anche se non era un vero e proprio stop a tutte le possibilità.
Ma il Governo centrale, notizia di oggi, dopo aver svenduto negli anni scorsi l'Abruzzo verde alle Società petrolifere di tutto il mondo, ha visto bene di perseverare nella sua campagna di demolizione della "Regione dei Parchi" ed ha impugnato la legge regionale di fronte alla Corte Costituzionale.
Sono previste escavazioni di ricerca ed estrazione in quasi tutte le aree protette abruzzesi, compresi i Parchi Nazionali della Majella e del Gran Sasso e Monti della Laga, le maggiori Riserve Naturali comprese quelle del Borsacchio e dei Calanchi di Atri, persino in mare in prossimità dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano e lungo tutta la costa dei Trabocchi, che forse proprio per tali beceri interessi, non è ancora potuto divenire un vero e proprio Parco Nazionale, come previsto per la Costa Teatina da oltre dieci anni nella Legge quadro sulle aree protette: legge 394/91.
Sbagliare è umano ... perseverare è diabolico!
.