Nel Consiglio regionale Abruzzo, venerdì scorso, si è corso il rischio di avere approvati tre emendamenti che avrebbero significato la definitiva cessione ai privati degli arenili abruzzesi consentendo agli stabilimenti balneari di recintare le proprie concessioni sul demanio dello Stato. L'attività di divulgazione e pressione, esercitata principalmente dalle Associazioni di Protezione Ambientale, ha costretto, sotto anche la minaccia dei successivi ricorsi, al ritiro degli emendamenti.
Contemporaneamente da Roma arrivano ulteriori assurde notizie: il disegno di legge 2271 propone una modifica alla norma dell'8 luglio 1986 recante indicazioni in merito alla responsabilità processuale delle associazioni di natura ambientale. La nuova legge prevede che, nel caso un ricorso delle Associazioni di Protezione Ambientale fosse respinto perchè manifestamente infondato, il giudice condanna le associazioni soccombenti al risarcimento del danno subito.
Considerando che il fermo lavori di grandi cantieri ha costi ingenti per i promotori dell'opera, la nuova norma porterebbe le associazioni, che si muovono sempre sull'opera di volontari senza avere coperture economiche importanti, all'impossibilità di operare nell'interesse della collettività.
Sullo scampato pericolo: http://lagramigna.blogspot.com/2009/04/vogliono-toglierci-il-mare.html
Sulla legge blocca ricorsi: http://www.eddyburg.it/article/articleview/13059/0/352/
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lunedì 27 aprile 2009
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