John Craven, direttore esecutivo della Petroceltic International: «L'Italia è un buon posto dove fare business. Le condizioni fiscali sono favorevoli, i costi di estrazione bassi, non ci sono rischi politici, le infrastrutture sviluppate, la competizione è limitata ed i produttori possono beneficiare di prezzi elevati per quanto riguarda petrolio e gas».
La vicenda è sbarcata qualche giorno fa in Parlamento. Il senatore Legnini ha interrogato il ministro dell'Ambiente. «Risultano rilasciate varie autorizzazioni per l'estrazione di petrolio e gas su terra e mare. E' in fase di avvio il centro Oli di Ortona, contro cui si è schierato il consiglio regionale abruzzese. E, soprattutto - ha dichiarato l'onorevole del Pd - risultano rilasciati nove permessi di ricerca petrolifera alla Petroceltic, per un totale di circa 2.500 chilometri quadrati, sul Mar Adriatico». Risposta del ministro Vito: «Confermo l'apprezzamento del Governo rispetto alla prosecuzione delle attività di ricerca e estrazione, che rivestono una grande importanza nel quadro del fabbisogno energetico del Paese».
Chi ci guadagna? Lo Stato incassa cinque euro e sedici centesimi per metro quadro in concessione annuale: una miseria che non tiene conto dei probabili danni ambientali «Con pochi soldi possono sfruttare ed inquinare l'Abruzzo e l'Adriatico infischiandosene di noi cittadini», risponde Giusto Di Fabio, presidente del Comitato Natura Verde. «Siamo molto preoccupati - gli fa eco Maria Rita D'Orsogna, docente alla California State University at Northridge di Los Angeles - Questo petrolio è di scarsa qualità, pieno di impurità e di zolfo. E' solo speculazione. L'Adriatico impiega 100 anni per ripulire le acque superficiali. E ogni minimo incidente si trasformerebbe in una catastrofe» attesta la scienziata.
Nel capitale di Petroceltic International è recentemente entrato (quota del 22,6%) il gruppo spagnolo Iberdrola, con un aumento di capitale da 55 milioni di dollari, da usare per finanziare le nuove esplorazioni in Adriatico.
Tratto da: La Stampa del 28/10/2008
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