La Petroceltic International si è aggiudicata presso il Ministero per le Attività Produttive nove permessi di esplorazione per giacimenti di petrolio in Adriatico al largo della costa abruzzese. La società irlandese ha ottenuto lo sfruttamento incondizionato di vaste zone dell'entroterra abruzzese e di un'area costiera che si estende da Martinsicuro alle Isole Tremiti.
John Craven, direttore esecutivo della Petroceltic International: «L'Italia è un buon posto dove fare business. Le condizioni fiscali sono favorevoli, i costi di estrazione bassi, non ci sono rischi politici, le infrastrutture sviluppate, la competizione è limitata ed i produttori possono beneficiare di prezzi elevati per quanto riguarda petrolio e gas».
La vicenda è sbarcata qualche giorno fa in Parlamento. Il senatore Legnini ha interrogato il ministro dell'Ambiente. «Risultano rilasciate varie autorizzazioni per l'estrazione di petrolio e gas su terra e mare. E' in fase di avvio il centro Oli di Ortona, contro cui si è schierato il consiglio regionale abruzzese. E, soprattutto - ha dichiarato l'onorevole del Pd - risultano rilasciati nove permessi di ricerca petrolifera alla Petroceltic, per un totale di circa 2.500 chilometri quadrati, sul Mar Adriatico». Risposta del ministro Vito: «Confermo l'apprezzamento del Governo rispetto alla prosecuzione delle attività di ricerca e estrazione, che rivestono una grande importanza nel quadro del fabbisogno energetico del Paese».
Chi ci guadagna? Lo Stato incassa cinque euro e sedici centesimi per metro quadro in concessione annuale: una miseria che non tiene conto dei probabili danni ambientali «Con pochi soldi possono sfruttare ed inquinare l'Abruzzo e l'Adriatico infischiandosene di noi cittadini», risponde Giusto Di Fabio, presidente del Comitato Natura Verde. «Siamo molto preoccupati - gli fa eco Maria Rita D'Orsogna, docente alla California State University at Northridge di Los Angeles - Questo petrolio è di scarsa qualità, pieno di impurità e di zolfo. E' solo speculazione. L'Adriatico impiega 100 anni per ripulire le acque superficiali. E ogni minimo incidente si trasformerebbe in una catastrofe» attesta la scienziata.
Nel capitale di Petroceltic International è recentemente entrato (quota del 22,6%) il gruppo spagnolo Iberdrola, con un aumento di capitale da 55 milioni di dollari, da usare per finanziare le nuove esplorazioni in Adriatico.
Tratto da: La Stampa del 28/10/2008
lunedì 3 novembre 2008
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