Le recenti vicende di Pescara, con il sequestro da parte della Magistratura dell’immobile realizzato come “stabilimento balneare” dal noto imprenditore della pasta Cav. De Cecco, ha portato alla ribalta il deprecabile fenomeno della realizzazione di importanti edifici sulla fascia demaniale costiera.
Attraverso la notorietà del personaggio oggetto del provvedimento di sequestro, la tutela della costa sta finalmente diventando in Abruzzo il tema dominante del dibattito mediatico e, inevitabilmente, esce dai discorsi dei soli addetti ai lavori e diviene tema dominante anche nei colloqui della collettività.
L’innesco del processo di denunce che ha chiamato in causa i giudici, per risolvere problematiche che sarebbero state altrimenti di ordinaria pianificazione del demanio marittimo a cura dei Comuni, è partito da Comitati cittadini e da Associazioni ambientaliste stufe di vedere utilizzato il patrimonio naturale costiero a beneficio di pochi.
Ciò che avviene sulla costa abruzzese ha dell’incredibile.
La logica di decentrare e delegare le funzioni di pianificazione del patrimonio demaniale dello Stato alle Regioni e da queste ai Comuni, sta avendo effetti nefasti. In un passaggio di competenze poco chiaro e poco dettagliato si sono creati spazi e spiragli per far si che la costa, il bene paesaggistico primario per un paese rivierasco, demanio per eccellenza in ogni ordinamento statale che si rispetti, subisse gli interessi di pochi privilegiati.
Le normative, a volte volutamente, altre volte per disattenzione del legislatore, hanno lasciato ampi spazi di interpretazione e di manovra agli enti locali e, purtoppo, agli interessi dei privati, creando così le premesse perché le risorse naturali di sempre possano essere sacrificate per l’affermarsi degli interessi economici attuali.
La discrezionalità con cui gli Enti Locali gestiscono la materia è dimostrata da quello che sta succedendo a Pineto ed a Roseto degli Abruzzi, due comuni limitrofi sulla costa della provincia di Teramo.
A distanza di pochi chilometri l’approccio alla pianificazione dell’area demaniale costiera (i cosiddetti piani spiaggia) risulta essere del tutto differente e diametralmente opposta: il comune di Pineto ha previsto nel proprio Piano Demaniale un’area di tutela nella parte meno edificata della fascia costiera con addirittura la previsione di Zone di Rispetto per le aree dunali in cui ci fosse il divieto assoluto di accesso e da delimitare con paleti e corde, a Roseto degli Abruzzi, invece, in ambienti analoghi, habitat dunali tra l’altro inseriti all’interno di una Riserva Naturale Regionale, si sono previste concessioni balneari con la possibilità di edificare stabilimenti, chioschi e cabine.
In Abruzzo the building development on the coast is becoming very strong. This is because the new italian legislation on the national property is changing as a devolution to local Authority. So planning of the beach is now a local authority achivement. Ovviously economic interests are stronger than environmental protection policies when considered on local debate. As an example, two close municipality, Pineto and Roseto degli Abruzzi, are designing two totally different ideas on two similar dunal habitat. With a strong protection the first and with normal tourist capacity the second.